L’ombra in poesia, Appunti su “Verbale” di Michele Ranchetti

di Ennio Abate

Michele Ranchetti (1925-2008), studioso di storia della Chiesa, di Wittgenstein, Heidegger e Freud, saggista, poeta, traduttore di Celan e Rilke, è morto il 2 febbraio. L’avevo interrogato nel 2005 per «Poliscritture» (Cfr. n. zero, maggio 2005 o su http://www.poliscritture.it) su Non c’è più religione (Garzanti 2003), libro in cui svolgeva un discorso drastico e spietato su quello che più tardi avrebbe chiamato «il disagio nella civiltà cristiana» (Cfr. il numero monografico de «L’ospite ingrato», 2, 2006, da lui curato). Con questi appunti sull’immagine che mi sono costruita di lui e la poesia del suo Verbale (Garzanti 2001) qui lo ricordo. [E.A.]

Ora già tutto è diventato breve:
la luce, il passo e lo stesso mio corpo
e breve è il tempo e breve la distanza
tra me e la fine se anche la durata
della vita è immensa
(Ranchetti, Verbale)

1.
Ranchetti, uomo cresciuto interamente nell’epoca del Libro, espone in Verbale una verità quasi insopportabile. Ci cozzo contro quando leggo versi come questi: «tu vivi, viviamo, nell’altro / lato del foglio che riceve il senso / dal suo contrario e quando tu lo vedi / è tardi per la vita, hai compiuto / tutto il tragitto, sei al di là / di te stesso, sei te stesso morto». Tale verità egli la coglie in quei «momenti di un giro a vuoto mentale» permessi solo dalla poesia e non è «trasmettibile, né convertibile in una forma diversa (filosofica, religiosa, estetica)». Non può dunque essere “narrata” o “spiegata” (il che comporterebbe una distensione temporale più o meno arbitrariamente decisa). Per lui può essere fissata soltanto in «momenti (frammenti)». E perciò Verbale non è il rendiconto di uno scienziato: quella verità, rimuginata dentro per una vita intera e tutta interiore, ha solo in superficie tratti oggettivi; va sentita; a descriverla sfugge o appare ovvia, banale.
(continua)

One Response to “L’ombra in poesia, Appunti su “Verbale” di Michele Ranchetti”

  1. Libru » L’ombra in poesia, Appunti su “Verbale” di Michele Ranchetti Says:

    […] piccimario: Con questi appunti sull’immagine che mi sono costruita di lui e la poesia del suo Verbale (Garzanti 2001) qui lo ricordo. [EA]. Ora già tutto è diventato breve: la luce, il passo e lo stesso mio corpo … […]

Leave a comment