Inaugurazioni per un Centro Studi che non decolla; luoghi di pasoliniana memoria che scompaiono, altri che vengono dimenticati; un teatro con una storia infinita; una segnaletica turistico-culturale carente; in cimitero l’ultimo atto, separati per sempre.
di Paolo Garofalo
In questi giorni alcuni quotidiani nazionali hanno riportato la notizia di una discussa inaugurazione dell’edificio, sede del “Centro Studi P.P.Pasolini”, a Casarsa della Delizia. La definivano di stampo unicamente celebrativo, di opportunità elettorale, senza alcuna novità culturale e per di più che relegava in soffitta la documentazione pasoliniana.
In realtà si è trattato della presentazione di un ulteriore e importante lotto di lavori portato a termine dalla Provincia di Pordenone, nella ex casa materna di Pier Paolo, acquistata da oltre un decennio e adibita a Centro di documentazione dello scrittore scomparso. Ora Il Centro Studi Pasolini è dotato di una sede di prìm’ordine con spazi espositivi e per incontri pubblici. Può essere stata un’occasione per i politici locali, impegnati a cercare visibilità, per farsi un po’ di pubblicità; c’è stato un modesto rinfresco e non, come vuoi far credere l’estensore del servizio pubblicato nel quotidiano più letto d’italia, un banchetto luculliano. Le stanze erano vuote e spoglie di quadri, mobili e materiale documentario solo perché, fino a poche ore prima, erano ancora fresche di intonaco e di vernice per i lavori in corso. li servizio reso da alcuni quotidiani nazionali, oltre che impreciso, non è stato edificante: è forse servito in pari misura ai giornalisti, per darsi un po’ di notorietà e per creare, con il loro servizio, un po’ di scandalo nell’opinione pubblica. Per chi conosce i fatti ha fatto più scandalo il servizio che la improvvida inaugurazione. (more…)