Archive for September, 2007

Un romanzo civile: “Il finimento del paese” di Ermes Dorigo

September 29, 2007

di Giorgio Morale

La narrazione de Il finimento del paese di Ermes Dorigo si apre come una carnica Conversazione in Sicilia. Il protagonista, Italico Deodati, nelle cui sembianze si è tentati di vedere un alter ego dell’autore, torna al paese natale, dove gira per le strade e fa incontri e intavola discussioni. Senonché ben presto la conversazione si sposta in interiore hominis, secondo una tipologia del romanzo contemporaneo che parte dal dostojesvkiano Romanzo del sottosuolo e, in Italia, da Uno, nessuno e centomila di Pirandello.

Pirandellianamente poi – e anche freudianamente – la complessità dell’individuo diventa teatro e viene rappresentata nella scena della mente. L’io di Italico si scinde e s’incarna in tre diversi personaggi. Memo è il depositario della memoria; Camunio rappresenta l’istinto e le ragioni del corpo; Mindonio (da Mind, mente) costituisce la parte razionale del soggetto. Assistito da tali scudieri in modo di volta in volta più o meno armonico, Italico fa un bilancio della sua esistenza e dello stato del Paese in cui vive. “Per questo era tornato, per ripercorrere i tetri meandri della propria interiorità e affrontare il Minotauro nel labirinto della psiche”. (more…)

Bambino, animaletto di prati, colline, torrenti e fiumi…

September 23, 2007

di Ermes Dorigo

Bambino, animaletto di prati, colline, torrenti e fiumi, ma anche di boschi, piante, arbusti. Piccolo, tre anni credo, prima non ricordo; mia madre, per stare tranquilla che non andassi sulla strada – la mia casa sorgeva proprio su una grande curva e cominciavano a passare le prime automobili -, mi legava ai fianchi con la sòia, la fune che serviva a portare il carico di fieno sulle spalle con las pramidôras; così – sfoggiando almeno la macchia gialla dei miei folti capelli biondi ricci, odiavo, in verità, l’onda a banana sulla fronte – potevo sedermi sul primo dei tre scalini di pietra dell’ingresso o salire le scale fino al bagno: territorio circoscritto che, appunto, tranquillizzava mia madre la quale, immersa nella ripetizione e avvolta come in una nuvola onirica che la estraniava perpetuamente dal quotidiano, temeva che io incrinassi questo suo trasognato tempo interiore. Non ero animale, infatti, simile alla formica o alla lumaca, ma piuttosto all’ape, alla vespa o ai passeri che, pur non avendo niente da fare, sono sempre in agitazione e in movimento. Ed io ero irrefrenabilmente curioso, sempre di qua e di là, di su e di giù, anche su scale ripide e pericolose; l’apprensione materna non era immotivata, come pure la mia insofferenza a restare legato, in quanto inibiva il mio desiderio di scoperta: con sadismo tipicamente infantile uccidevo animaletti, lucertole, orbettini e li aprivo, per vedere com’erano fatti dentro; un giorno ho fatto la stessa cosa con l’orologio di mio padre e le ho buscate, l’unica volta, di santa ragione. I nidi delle rondini, nel fienile attaccato alla casa ce n’erano tanti, non li ho però mai toccati: mi sembravano un po’ pretesche, le rondini, o suore nella loro livrea nerobianca, e quella volta i preti incutevano timore. Nei fienili ho anche imparato che le bambine non avevano il pisellino. Se le toccavo? Non ricordo. (more…)

Lu Hsun: “Le strade si formano quando gli uomini percorrono insieme lo stesso cammino”

September 19, 2007

Lu Hsun

di Giorgio Morale

Parecchi romanzi pubblicati negli ultimi anni parlano del bisogno di scrittura. In alcuni appaiono personaggi, spesso alter ego degli autori, per i quali scrivere è una sorta di imperativo.

“… Scrivere solo quando se ne prova il bisogno; il lavoro è allora come la luce del sole, che s’irradia da una fonte di infinita chiarezza, e non come la scintilla che sprizza dal ferro e la pietra. Questo soltanto è vera arte, e solo chi scrive in questo modo è un vero artista…” dice Lu Hsun (Una famiglia felice).

E tanti poeti e scrittori ricorderanno a memoria i consigli di Rilke in Lettere a un giovane poeta: “Penetrate in voi stesso. Ricercate la ragione che vi chiama a scrivere; esaminate s’essa estenda le sue radici nel più profondo luogo del vostro cuore… domandatevi nell’ora più silenziosa della vostra notte: devo io scrivere?… Una opera d’arte è buona, s’è nata da necessità”.

Lu Hsun (1881-1936) pare sia stato portato a scrivere quasi malgrado se stesso. Nella Prefazione alla raccolta Alle armi racconta i dolori dell’infanzia, la povertà, la morte del padre, la solitudine… e di come poi un giorno Ch’en Tu-hsiu, fondatore della rivista Gioventù nuova e futuro primo segretario per partito comunista, lo inviti a scrivere per la rivista e lui ne rimanga coinvolto.

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Hillman: “Conosci te stesso”. Ma come?

September 16, 2007

guernica

di James Hillman

Buon pomeriggio. Nella prossima ora vorrei affrontare una questione che mi ronza da molto tempo nella testa, ma che ho sempre relegato in un angolo perché mi sembrava troppo difficile, forse addirittura impossibile. Ecco il problema: che cos’è la conoscenza psicologica? Che cosa conosce l’anima, e in quale modo? E ancora: la psicoanalisi moderna è in grado di rispondere positivamente all’antico comando: “Conosci te stesso”?.

Questo problema, non riesco a trovare un chiaro metodo con il quale affrontarlo, anche se per molti anni ha occupato in maniera quasi ossessiva la mia mente e in tutti i miei scritti ho espresso critiche, ironie e dubbi profondi sulla legittimità intellettuale della psicologia e della terapia. Ma la questione deve essere aperta e affrontata, altrimenti rimarrei personalmente in mauvais foi. Perciò, sono grato per l’opportunità che la città di Modena mi ha offerto per affrontare finalmente ciò che ho troppo a lungo evitato, e anche se non posso promettervi una soluzione, sono comunque contento di fare un tentativo. Qual è il motivo di questa fastidiosa irritazione, di questi dubbi devastanti?

La parola “psicologia” significa semplicemente che si tratta del logos della psiche. Ma è proprio così? Il nostro linguaggio specialistico, i grafici e le statistiche, i casi individuali, le diagnosi psichiatriche, i manuali per il miglioramento della persona, i test, i quiz e tutte le cose che abbiamo studiato e imparato e usiamo normalmente quando parliamo di noi stessi e degli altri hanno davvero qualcosa a che fare con l’anima? La psicologia sociale, terapeutica, biogenetica o medica forniscono davvero delle risposte concrete alla nostra ricerca dell’anima? Danno una risposta alla grande questione posta dall’oracolo di Delfi oppure continuano semplicemente a ispirare l’avventura socratica di una conoscenza dell’anima? (more…)

La paura dei lavavetri

September 12, 2007

lavavetri

di Barbara Spinelli

In pochi giorni, anzi poche ore, il fastidio profondo causato dai lavavetri ha preso il posto in prima pagina sui giornali, nelle discussioni cittadine, nello scontro di culture fra governo e opposizione, di ben altre turpitudini italiane.

È bastato che il municipio di Firenze approvasse un’ordinanza che punisce fino a tre mesi di carcere chi importuna l’automobilista ai semafori coi suoi servizi, ed ecco che altre notizie come d’incanto son svanite: a cominciare dalle cartoline recapitate in carcere a Riina e Provenzano («La pace è finita!»), dalla faida sanguinosa seminata dalla ‘ndrangheta in Germania, per finire con la minaccia di un politico di primo piano, Umberto Bossi, di ricorrere all’illegalità (scioperi fiscali, fucili) se le tasse continueranno a esser pesanti. (more…)